Intervista alle 6 attrici di punta del momento

Le sei attrici candidate agli Emmy parlano con il The Hollywood Reporter dei loro ruoli passati, della difficoltà di girare scene romantiche durante una gravidanza avanzata e della pressione a cui vengono sottoposte dai loro lavori.

Tra lo stress dovuto dall’interpretare alcuni dei ruoli principali più ambiti nella televisione, trovare il tempo per partecipare a dei film durante gli hiatus televisivi (e alcune volta perdere un ruolo in favore di un altro) e condurre una vita normale tra le mura domestiche, essere attrice non è mai stato così difficile.
Nello studio nei pressi di Chelsea, New York, durante un sabato pomeriggio, le attrici Julianna Margulies (47 anni, The Good Wife), Claire Danes (35 anni, Homeland), Jessica Pare (33 anni, Mad Men), Keri Russel (38 anni, The Americans), Sarah Paulson (38 anni, American Horror Story) e Vera Fermiga (40 anni, Bates Motel), si aprono riguardo le loro autocritiche, il disagio di dover girare scene di sesso mentre si è incinta e cosa farebbero se dovessero smettere di recitare (suggerimento, ha a che fare con i macaroons al cioccolato).

Sembra che l’intera stagione telefilmica sia ruotata intorno a scene sconvolgenti, che fosse la morte di un personaggio piuttosto che qualcosa che il pubblico non si sarebbe mai aspettato; quanta pressione trasmette l’idea di dover dare vita a scene così sconvolgenti?

JULIANNA MARGULIES: Non so quanta pressione trasmetta perchè The Good Wife va in onda su una rete nazionale e siamo limitati in alcune scelte. Sapevamo che Josh Charles voleva lasciare lo show ed il mio personaggio è talmente tanto collegato al suo che non poteva esistere una soluzione che prevedesse la sua partenza in Ohio senza che io lo seguissi. Quindi l’unico modo per permettere al mio personaggio di andare avanti ed avere una qualunque sorta di interesse sentimentale (e di conseguenza permettere ad altre persone di entrare nello show) era quello di prendere la drastica decisione di non permettere a Josh di tornare. Ora è morto! Ma credo che ciò che ha fatto abbia innalzato i nostri livelli; non credo che sia la stessa cosa anche per le trasmissioni via cavo, ma noi abbiamo dovuto chiedere dei permessi per poter uccidere il suo personaggio Will Gardner.

Chiedere dei permessi a chi?

MARGULIES: Dalla CBS. Credo che Nina Tassler (presidente della CBS Entertainment) e Leslie Moonves (presidente del consiglio di amministrazione della CBS) abbiano dovuto dare l’ok perchè sono quelli che pagano ogni cosa, ma hanno adorato l’idea. Pensano che questo colpo di scena ci abbia permesso di continuare lo show. Ma non credo che potremmo mai essere troppo contorti e pieni di colpi di scena in una rete nazionale senza scadere in qualche modo nella soap opera poichè dobbiamo per forza estendere per cose nell’arco di 22 episodi. Lo puoi fare per 10 episodi ma se lo fai di continuo scadi inevitabilmente nella soap e noi vogliamo stare lontani da un rivolto simile.

Keri, in The Americans ci sono spesso scene di sesso e proprio durante la premiere della seconda stagione c’è stata una scena di sesso orale tra il tuo personaggio e quello di Matthew Rhys…

KERI RUSSEL: Sì, potrei ricreare la scena. (Ride). In realtà mi sono opposta a quella scena, non ero convinta che quello fosse il migliore stato d’animo dei personaggi per una scena del genere… mi chiedo se ci fosse un atto fisico più pertinente piuttosto che quello. Ma gli sceneggiatori credevano che dovesse essere qualcosa di molto più visivo rispetto al semplice sesso, qualcosa che impedisse alla figlia di irrompere nella loro stanza un’altra volta. E’ buffo, però; non ho mai fatto scene di sesso nella mia carriera, mai, ma non mi dispiacciono nello show. Forse è per la natura dei personaggi, per il fatto che sono due spie e quindi non mi sembra sesso fine a se stesso, ma come se tramite quello potessimo dare delle informazioni sui personaggi; non ho mai sentito la pressione di avere un corpo perfetto o essere perfetta, per questa ragione.

Claire, quanto è stata difficile per te la morte di Brody, nella fine dell’ultima stagione di Homeland?

SARAH PAULSON: Oh, non ne posso parlare! Non che lo stai chiedendo a me, ma è stato difficile, da spettatore.

RUSSELL: Se lo chiedete a me, è stata la cosa più difficile da accettare!

CLAIRE DANES: In realtà si era parlato di farlo morire a fine seconda stagione, poi il rapporto tra Carrie e Brody è diventato così accattivante per il pubblico che la Showtime ha deciso di prolungarlo. Il finale ci era stato anticipato già da un po’; abbiamo girato quella scena nel nostro ultimo giorno in Marocco. E’ stato tutto molto intenso, letteralmente. Addirittura ad un certo punto la gru che lo tirava si è rotta e non riuscivamo ad andare avanti. Comunque non credo di aver digerito del tutto la sua morte; tornerò a lavoro tra un mese e penso che allora mi renderò conto che non c’è più per davvero. Sarà davvero un ambiente diverso tornare a lavoro e vedere che Damian, al quale voglio molto bene, non ci sarà. In più me ne renderò conto quando vestirò i panni di Carrie, che dovrà affrontare la cosa. Il bello della televisione è che digerisci le cose insieme al tuo personaggio.

VERA FERMIGA: Capisco cosa stai dicendo perchè anche il pubblico di Bates Motel vive di colpi di scena. Ci sono dei livelli molto alti. SI tratta dell’esplorazione di una grande tragedia, dove il figlio uccide la madre. Ma queste in realtà sono le mie scene preferite da interpretare come attrice: “Tuo fratello si presenta alla tua porta e avete alle spalle un incesto. Vai!”. Le mie scene preferite sono quelle in cui posso far entrare in contatto il pubblico con il personaggio.

JESSICA PARE: Credo che è qualcosa che succede nella televisione in generale; è come quando negli anni 80 la gente ha smesso di drogarsi per sentire buona musica… penso che le persone vogliano gli intrighi, la storia ed i personaggi. Queste cose sono più importanti che avere una grande star.

Ci sono state molte congetture sul tuo personaggio in Mad Men in relazione al fatto se verrà ucciso dalla famiglia Manson o se daranno fuoco alla sua casa. Hai discusso con il creatore Matthew Weiner su queste teorie?

PARE: Non le avevo sentite! Innanzi tutto, probabilmente non mi direbbe nulla perchè siamo sempre molto riservati su ciò che deve succedere e questa è la cosa migliore. La sceneggiatura è così fantastica e c’è davvero tanto tra le righe che ha più impatto se non si sa nulla. E’ davvero un ottimo esercizio per un attore fare quello che c’è scritto sul copione, ma niente più o meno. Non so cosa sta per succedere, quindi posso recitare il mio personaggio al meglio.

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Ho una domanda per Sarah: quando riguardi le tue performance, qual è la più grande critica che muovi nei tuoi confronti?

PAULSON: Hai la settimana libera? Mo, in realtà mi demotivo quando non mi viene chiesto di fare un’altra ripresa; vado in panico ogni tanto quando sento il rintocco dell’orologio. Siamo tutti sotto tiro perchè il nostro è un telefilm davvero costoso. Non c’è mai tempo sufficiente. Quindi quando guardo una scena e penso “Lo sapevo che facevo schifo su questa scena” e poi la usano, mi pento di non aver chiesto di farne un’altra. Ma alcune volte ci sono dei vantaggi nell’essere in uno show da un po’ perchè posso guardare James, il nostro cameramen e chiedere di farne un’altra; alla fine trova sempre il modo di venirmi incontro ed è una cosa che non succede mai nei film, mai.

Qual è stato il momento più impegnativo fino ad ora su American Horror Story?

Nella seconda stagione, ce ne sono state due: la prima quando ho dovuto praticare un aborto su me stessa e la seconda quando ho dovuto interpretare una settantacinquenne; è stato davvero difficile. Per me era importante attenermi al personaggio di Lana Winters senza creare una sorta di caricatura. In più, c’è stata tutta la parte del makeup che è stata terribile; ho mandato una foto a mia madre e le ho detto tipo “Credo che non avrai mai modo di vedermi, questa sono io a 75 anni”. (ride)

Qual è stata la fase più difficile o imbarazzante della vostra carriera?

MARGULIES: Ok, vado io, Ghost Ship. Mi era stato proposto questo thriller psicologico che parlava di cosa succede nella mente delle persone quando hanno troppo: troppi soldi, troppa avarizia e alla fine i due protagonisti impazziscono. Io ero entusiasta! Ero con la Warner Bros ed avevo il ruolo da protagonista con Gabriel Byrne. Allora sono andata in Australia e la sceneggiatura era completamente cambiata. Tutto ad un tratto mi trovavo in un film horror davvero terribile, è stato uno shock.

Hai dato la colpa a qualcuno?

MARGULIES: No, a chi potevo darla? L’unica cosa che puoi fare è pensare che poi troverai di meglio. Vado alla grande in Giappone, (Ride). Penso che non ci sia niente che puoi fare se non essere arrabbiata per un minuto e poi lasciarti la cosa alle spalle.

DANES: Ho passato un periodo intorno ai 20 anni nel quale ero sempre molto grata per le cose che facevo, ma mi ritrovavo sempre ad interpretare dei ruoli nei quali il mio personaggio veniva sempre definito in base all’amore per qualche ragazzo e alla fine è diventato noioso. Insomma, mi piace l’amore ma ci si può annoiare abbastanza facilmente. Poi ho fatto Temple Gradin, che è stata una vera benedizione perchè non ero delineata da nessun rapporto sentimentale. Mi sentivo così ispirata e forte. Poi di nuovo niente, e questo è stato quasi più difficile perchè quella di Temple Gradin era un’esperienza estemporanea ed io sapevo di potercela fare. Non avevo pazienza per un altro ruolo secondario e non ho potuto fare altro che aspettare per Carrie di Homeland. E’ stato il primo ruolo in che potesse equivalere quello di Temple.

PAULSON: Per me si è trattato dopo Studio 60 on the Sunset Strip. Tutti quanti credevano sarebbe diventato qualcosa di importante, invece non è stato niente. Alla fine non ho più lavorato per due anni e sono tornata a New York…

DANES: E’ demoralizzante.

PAULSON: Lo è… ed è anche dura. Non ho avuto a che fare solo con le mie aspettative, ma anche con quelle delle altre persone, perché è stata una delusione anche per loro. Quindi sono tornata a New York ed ho fatto alcuni spettacoli che non ha visto nessuno, ed andava bene così. Poi un cast director è venuto a vedere uno spettacolo e poi ho fatto un film che s’intitolava Martha Marcy May Marlene, che mi ha fatto tornare in carreggiata.

DANES: Penso che dopo che si lavora troppo a lungo si capisce che lavorare ai fini di quello e basta è controproducente. Mi sono resa conto che questa non era più un’opzione da poter prendere in considerazione e così non ho potuto fare altro che aspettare, anche se è difficile.

PAULSON: E ‘un atto di fede avere quel tipo di pazienza e ci vuole anche una dose di convinzione di avere qualcosa da offrire. Ma se non c’è, cosa significa? Dove andrai? E cosa farai? Troverai qualcosa?

PARE: Sembro io!

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Keri, tu hai avuto moltissimo successo in giovane età. Sentivi la forte pressione proveniente da un show di successo come Felicity?

RUSSELL: No. Semplicemente non volevo lavorare più dopo quello. Ero stanca. Volevo pensare a me stessa, ero giovane e lavorare così non mi piaceva più abbastanza da continuare. Mi sembrava che stesse arrestando la mia vita su così tanti livelli. Non stavo facendo esperienze di vita. Volevo leggere libri, viaggiare, essere una ragazzina per un minuto, e così è quello che ho fatto. Ho lasciato L.A., che non sentivo più essere adeguata per me. Avevo questo grande appartamento a New York, l’ho preso tutto per me e mi sono presa un anno sabbatico. Finalmente potevo andare alle feste di compleanno, andare a ballare con le amiche e tornare a casa sotto la neve. Dovevo riempirmi di me stessa, e tutto questo non aveva nulla a che vedere con la mia esperienza in TV. E’ stata davvero dura essere così giovane.

FARMIGA: C’è stato un punto nella mia carriera dove ci si apettava una grandiosa nomination [ Up in the Air per gli Oscar], ma che non arrivò. E il genere di cose che arrivavano alla mia scrivania avevano tutte le potenzialità per diventare campioni d’incassi. The Conjuring era uno di quelli. Ma è solo una questione di fare le richieste giuste, l’intensità che ci metti per ottenere quei ruoli. [Note dell’editore: The Conjuring guadagnò critiche molto positive e $318 milioni in tutto il mondo.] E Bates avrebbe potuto essere un orribile errore, tanto che all’inizio lo derisi. Ma alla terza pagina, pensai, “Ok, c’è qualcosa di interessante qui.”

E Carlton Cuse disse di avere te in mente quando lo scrisse.

FARMIGA: Lo dicono tutti. E Poi tutti scoprirono che avevano invece offerto il ruolo a Cate Blanchett! (Ride.) No, gli credo, davvero.

Qual è la cosa che hai dovuto fare sullo schermo che ti ha provato di più fisicamente?

DANES: Lavorare mentre ero incinta.

FARMIGA: Sì

DANES: Ero in attesa durante la seconda stagione di Homeland, e mentre il bambino dentro me cresceva, anche lo show diventava sempre più ricco di azione. Ad un certo punto, stavamo girando in una vecchia fabbrica di liquami. Ero stata rapita, ero incatenata ad un tubo, erano le 4 di mattina, ero a 7 mesi e mezzo, e l’unica cosa che pensavo era: “Tutto questo è uno schifo.” Loro mi dicevano continuamente “Ci dispiace!” Ad un certo punto il bambino era sul mio nervo sciatico ed io stavo per caricare le mura della finta Langley. Ho anche dovuto fare scene d’amore incinta.

RUSSELL: Già, sembra così raccapricciante avere la tua pancia spinta su di loro. Ti sembra tutto così sbagliato.

DANES: Sul finale, ero ad un mese e mezzo dallo scoppiare, e dovetti girare una scena romantica.

RUSSELL: O mio dio!

DANES: E Cyrus fu molto reattivo. Era tardi di notte, dopo cena, e mio figlio stava impazzendo dentro la pancia. Era come se stesse protestando in nome di mio marito o qualcosa così. Fu molto difficile.

FARMIGA: Ed il post parto, pure. Ad un certo punto in Up in the Air, stavo allattando al petto George Clooney durante una scena intima, e lui iniziò a sogghignare e sopportarlo fu durissima!

MARGULIES: Lui probabilmente avrebbe voluto il suo bicchiere di vodka e…( mima il gesto di tenere un bicchiere sotto il seno di Farmiga). (Ride.)

DANES: White Russian?

Jessica, quanto spaventata eri da dover eseguire “Zou Bisou Bisou” in Mad Men?

PARE: Ero abbastanza consapevole delle difficoltà. Prima di allora, la posta in gioco era stata piuttosto bassa; non era ancora stato scritto molto nelle pagine sul personaggio. Poi sono tornata per la quinta stagione ed ho letteralmente dovuto eseguire un numero teatrale cantato e ballato per tutte quelle persone il cui lavoro ho ammirato per anni. Ero terrorizzata, ma loro sono stati fantastici. Pensavo di arrivare appena a qualcosa di sufficiente, ma mi fecero affrontare tutto con comodità.

Su chi fai più affidamento per consigli sulla tua carriera?

DANES: Amo la mia agente alla WME, Stephanie Ritz, perché lei ha davvero una opinione. Molti agenti, invece no; sono terrorizzati dal prendere impegni seri. C’era questo film con molto potenziale, Bulletproof Monk, e la mia agente di allora diceva “Sai, è uno di quei film che si amano o si odiano” ed io dissi “Beh, allora che ne pensi?”. Lei rispose “Non saprei, mi piace?” ( Ride). Quindi sì, io amo Stephanie. E mio marito – lui ha un ottimo gusto.

FARMIGA: Stessa cosa, mio marito è il mio migliore amico, lui conosce la mia sensibilità. E poi ovviamente il mio manager, che ha una sorta di approccio esoterico: “Perché hai bisogno di questo ruolo? Cosa provocherà? Come nutrirà il tuo spirito?”

DANES: Questa è una bella cosa.

MARGULIES: David Chase aveva scritto per me una parte in The Sopranos, e loro non ti mandano i copioni, ti mandano solo le tue pagine. Quindi fu difficile per me vedere dove il personaggio era diretto. Non ho fatto televisione per molto tempo. Sono stata a fare spettacoli off-Broadway e film indipendenti per molto. E’ stato subito dopo ER ed il copione mi ha stranito tanto. Il suo nome era Julianna, e veniva da Rockland County, dove io sono nata. E leggendo e leggendo all’improvviso il mio personaggio è in biancheria intima, a farsi di eroina e poi a vomitare. La mia reazione è stata “Questo è orribile. Non voglio farlo. E’ una follia.” Così chiamai il mio amico Griffin Dunne, uno dei miei amici più cari. Lui è stato produttore, regista, scrittore – avevo bisogno dell’opinione di qualcuno che fosse stato in quella posizione prima. E la sua risposta è stata “Non fare l’idiota. Ovvio che lo farai”.

Sarah, hai mai avuto qualche riserva riguardo l’interpretare un ruolo così meschino in “12 anni schiavo”?

PAULSON: No nessuna. Penso di esser stata capace di trovare un modo per me per stare lì, in piedi, e cioè concentrarmi su ciò che provava la donna dentro sè. Le sue azioni sono deplorevoli, ma lei agisce in questo modo perché si sente usurpata da un’altra donna nella sua stessa casa. E’ una piccola, minuta creatura in realtà, e che è in preda al panico. Inoltre, non credo fosse capace di un pensiero più profondo, e venne cresciuta ed educata ad esser razzista. Era innamorata di quest’uomo che era chiaramente infervorato da altro. Non ho mai guardato il tutto da una prospettiva esterna. Qualcuno ha chiesto “Come fai a trovare un modo per recitare una parte così crudele? Non temi che d’ora in poi ti chiederanno di recitare nelle parti degli antagonisti?”, non mi era mai venuto in mente ma… beh, che si facciano avanti!

FARMIGA: Sai, volevo quel ruolo in 12 anni schiavo.

PAULSON: Oh mio Dio. Saresti stata così straordinaria!

Ma voi sapete mai chi altri è in competizione con voi per quella parte?

PAULSON: Non ne sapevo nulla.

FARMIGA: Dipende dal progetto.

PAULSON: Tu chiedi mai? Io a volte sì..

FARMIGA: Quella di 12 Anni Schiavo era una parte molto quotata. E loro mi dissero che tu eri tra le possibili scelte. Sarah, il mio provino è stato un provino in piena regola con l’organicista con la ghironda che suonava sullo sfondo della registrazione. La scena danzata… ricordi?

PAULSON: La mia audizione è avvenuta con la stessa scena! Ho raccolto i miei capelli dietro nella crocchia più stretta possibile. Ho indossato abiti che ho ritrovato tra le mie cose, il ché è stato orribile. Lo volevo davvero questo ruolo. Alcuni hanno delle teorie riguardo il non andare ad una audizione in costume o nelle vesti di un personaggio. Ma a volte, invece, quando vai ed incontri il resto del cast, tutti ti dicono “Perché non stai indossando qualcosa adeguato al resto?”

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Sul tuo ruolo, Claire?

DANES: Alex Gansa e Howard Gordon dissero che il ruolo di Homeland lo scrissero per me; il nome del personaggio era originariamente Claire. Quando ho accettato il ruolo, sembrò troppo inquietante. Ma, sai, è stata una di quelle situazioni da sogno dove tu non devi combattere fino alla fine. Avevo sicuramente qualche riserva sul ruolo al tempo, e mi sono presa un po’ di tempo per dire sì, perché ero spaventata dal ruolo e ho continuato ad esserlo, e in realtà questo è il motivo per cui sono ancora tanto grata per avere ancora questo lavoro dopo quattro anni.

Quali aspetti del ruolo ti spaventano?

DANES: Lei è così turbata. Alex in realtà ha pensato la prossima stagione su di me. Ogni anno penso, “Forse le acque si saranno calmate un po’ per lei?” Non quest’anno! È sempre sotto coercizione, è iper-vigile, lavora in maniera frenetica. È un po’ intimidatorio e può essere un po’ estenuante. Ma si ride continuamente, quindi la sfida è rimanere con i piedi per terra in modo da non farlo diventare una farsa.

MARGULIES: Quando mi è arrivato The Good Wife, è arrivato come un complimento al rovescio. “Il copione era stato offerto ad Ashley Judd, che ha rifiutato. Ora lo darò a te, ma prima andrò da Helen Hunt. Se Helen Hunt rifiuta, è tutto tuo.”

PAULSON: A volte, quando arriva in questo modo, non voglio nemmeno leggerlo.

MARGULIES: Volevo odiarlo, perché sai, “V– lo! Non mi volevi all’inizio.” Gli autori [Good Wife] dicono sempre: “No, noi abbiamo sempre voluto te. La produzione voleva un grande nome, come Helen Hunt!” Ma era difficile essere eccitati all’idea di interpretare quel ruolo, perché non mi volevano. Ma il mio agente mi disse una grande verità: “Nessuno quando guarderà lo show saprà che il ruolo era stato offerto ad Helen Hunt prima di te.”
DANES: Io non invidio le altre persone che ottengono il lavoro. Sono molto tranquilla a riguardo. O sono tagliata per farlo o no.

Keri, hai mai fatto qualcosa di aggressivo per ottenere una parte?

RUSSELL: Stai chiedendo personalmente a me? Ehm, non credo proprio, sono una persona troppo timida.

Allora come sei arrivata a The Americans?

RUSSELL: Attraverso i soliti canali. Ero in una fase in cui non pensavo che avrei lavorato. Avevo avuto un bambino da una settimana, e dicevo, “Ragazzi, una spia russa? Mi prendete in giro? Perché continuate a propormelo? No” Ma sono felice che abbiano insistito, soprattutto John Landgraf [presidente di FX Networks], perché alla fine è stata una sorpresa molto divertente.

Qual è l’ultima interpretazione che hai visto che ti ha fatto ingelosire?

MARGULIES: Non vedevo film da molto tempo, così mi sono recata ad un matinee – Non potevo credere di avere un giorno tutto per me – e ho visto Gigolo per caso. L’ex di Johnny Depp, Vanessa Paradis interpreta un’ebrea chassidica in questo film. Io sono ebrea e ho recitato in film ebrei chassiddici e guardando i titoli, ho letto il suo nome e ho pensato: “Come? Lei?” Invece ha fatto uno splendido lavoro! C’è stato un momento in cui ho pensato “Non ci credo!”. Anche John Turturro, insomma, tutto il film è fantastico. Lei è stata magnifica, non l’avrei mai immaginato. È stata davvero una piacevole sorpresa.

PAULSON: Non riesco a pronunciare il suo nome, ma la ragazza di La vita di Adele, Adele … ?

DANES: Oh, ancora non l’ho visto.

PAULSON: La sua performance è straordinaria. È davvero commovente. Come si pronuncia il suo cognome, perché mi piacerebbe proprio saperlo. Adele Exarch … È francese. Mi potete aiutare? Adele Exchar …

MARGULIES: Idina Menzel? (Ride.)

Se potessi tornare all’inizio della tua carriera e darti un consiglio, quale sarebbe?

DANES: Essere il più rilassata possibile quando lavori. Qualcuno me lo disse una volta, e io non avevo idea di cosa volesse dire. È strano perché devi essere rilassato, ma anche l’opposto, contemporaneamente, ed è qualcosa che puoi capire attraverso l’esperienza. Le persone mi fermeranno in una salumeria e diranno: “Salve, sono un attore. Che consiglio ha da darmi?” Si tratta solo di farlo. Trova più opportunità possibili e coglile.

PARE: Il consiglio che darei a me stessa è: “Non uscire con quel ragazzo, non bere quello, vai dritta a casa, dormi bene.” (Ride.) Sono terrorizzata perché Mad Men sta per finire, e io ritornerò al punto in cui non lavoro e non so cosa verrà dopo. Anche se adesso spero di essere in una posizione differente rispetto a quando ho iniziato. Ma sentirti un attore quando non lavori è veramente difficile. Quando non hai nulla che sta per uscire o per iniziare, è difficile sentirti ancora una persona creativa, questo perché non abbiamo controllo su quello che ci potrà accadere.

PAULSON: Ti senti come atrofizzata.

In effetti non puoi recitare una parte sola, nella tua stanza.

MARGULIES: Questo è il bello della televisione e noi siamo molto fortunate. Prima di tutto, i ruoli scritti per le donne sono molto più complessi in televisione. Io ho finito le riprese da due settimane, e sono elettrizzata al pensiero di ricominciare a Luglio, e anche se sarà una lunga stagione, ho l’occasione di recitare, mi sento sicura, perché ho un lavoro. E per me lavorare in TV è una benedizione, perché il mondo dei film sta diventando piuttosto debole per le donne. È così bello averlo fatto fin da quando ero piuttosto giovane e vedere ora tutte queste movie star voler fare TV… Non c’è più una reale differenziazione, tranne nel fatto di dire che hai un lavoro stabile.

FARMIGA: È molto più sofisticato scrivere ruoli femminili per la TV.

MARGULIES: Non si è più spaventati dalle donne che lavorano in televisione. La mia manager di produzione è una donna, due dei miei produttori esecutivi sono donne, così come tre degli autori.

PAULSON: Ci sono registe donna nel tuo show?

MARGULIES: Assolutamente.

PAULSON: Non c’è mai stata una regista donna nel nostro programma.

MARGULIES: Oh, ci dovrebbero essere. Si crea un ambiente più femminile. La cosa più difficile dell’essere un attore, specialmente quando sei una donna che vuole avere una relazione stabile e una famiglia, è quella di mantenere una certa normalità. E con la televisione, magari non passi molto tempo a casa, ma almeno hai una routine…

PAULSON: E organizzazione.

MARGULIES: Tutti abbiamo bisogno di un’organizzazione.

DANES: Anche gli attori!

MARGULIES: Esatto. Magari non sarà così eccitante, ma a me piace così. Ad esempio, quando reciti in un film, non conosci il tuo staff. Nel mio show, siamo sette attori e se uno di loro non è felice, nemmeno io lo sono… È quasi come una famiglia e lavori meglio quando ti fidi delle persone con cui lavori.

DANES: È molto più intimo.

Qual è stata l’esperienza più strana o interessante che avete avuto con un fan?

PARE: Io sono sempre stata la più elettrizzata di far parte dello show di quanto non lo siano gli altri di avermi nello show. Quando sono stata riconosciuta per strada per la prima volta, a New York, una ragazza mi disse: “O mio Dio, sei Megan di Mad Men?” E io: “Si!!!” ed ero così contenta che l’ho spinta.

Quanto è durato il fermento?

PARE: Non lo so, vi farò sapere. (Ride.)

Keri, se ci fossero stati i social media quanto hai tagliato i capelli in Felicity, sarebbe andata diversamente, probabilmente avresti impallato internet.

RUSSELL: Secondo me no, perché oggi un taglio di capelli non è nulla! È tutto molto più volgare adesso. Pensi che un taglio di capelli potrebbe battere un pompino in un bagno? Mai! Quello era nulla paragonato a quello che succede oggi.

Da questo punto di vista, mi piace il fatto che avete sempre cercato di mantenere privata la vostra vita. Qual è stata la più oltraggiosa invasione della vostra privacy, in cui avete capito che si era superato ogni limite?

DANES: Io ho sempre avuto nostalgia di casa perché negli ultimi anni non ho avuto occasione di vivere nella mia città natale, New York. Abbiamo effettuato le riprese in North Carolina, gireremo la prossima stagione in Sud Africa per la prima parte e a Toronto la seconda, quindi per anni sono stata “altrove”. Questo significa anche essere in un territorio libero dai paparazzi, quindi ogni volta è uno shock tornare qui e sentirsi perseguitato in maniera così aggressiva da queste persone così cattive. È così fastidioso e imbarazzante quando sei per strada, a maggior ragione adesso che ho Cirus, sono sempre in modalità combattiva e protettiva, rischiando di fare delle scelte avventate. Capisco anche che possa sembrare un discorso assurdo, venendo da una persona privilegiata come un’attrice, e riconosco di essere molto fortunata per quello che faccio, ma questi paparazzi, specialmente adesso che ho un figlio, sono veramente disgustosi e fastidiosi.

MARGULIES: Una volta un tizio è venuto da me – mentre ero ad una rappresentazione teatrale, durante l’intervallo – e mi ha detto, “Sono nel pieno del divorzio e ho bisogno di un buon avvocato.” E io ho risposto, “Io non sono un avvocato.” E lui, “Alicia deve essere in tribunale lunedì mattina.” Io gli ho detto: “Credo che lei sia confuso. Io interpreto un avvocato in TV.” E lui, “No, deve prendere questo caso, perché io ho bisogno di questa relazione…”

PARE: Oh, che tristezza!

MARGULIES: Alla fine mio marito gli ha detto, “Devi smetterla.”

Se smetteste di recitare oggi, cosa fareste per il resto della vostra vita?

PARE: Io lo so perché ho avuto molto tempo per pensarci! Ho più di 30 anni ormai e ho scoperto di essere una persona mattiniera, quindi penso che mi metterei a preparare dolci.

Sei una brava pasticcera?

PARE: Non lo so. Non mangio grano. Ma avrò una vita interiore molto ricca!

PAULSON: Io probabilmente sarò qualcosa di inerte che galleggia nell’acqua. Non è che non abbia altri interessi, ma il mio cuore batte in particolare per la recitazione. Mi piacerebbe anche guardare un’opera teatrale diversa ogni sera per il resto della mia vita.

FARMIGA: A me piacerebbe entrare nel film editing. O diventare una pastorella, girovaga.

MARGULIES: (si rivolge alla Pare) Beh, io ti potrei assumere perché cucino dolci. Sono famosa per i miei macaroons al cioccolato. Potremmo aprire un negozio di dolci e vendere macaroons fatti da delle attrici in pensione. Avrebbe molto successo, metterei te al bancone e io resterei dietro.

DANES: Io ho smesso di lavorare per un paio d’anni e sono andata al college. Non mi sono laureata, ma ci sono andata per alcuni anni ed è stata un’esperienza fantastica. Ho seguito parecchi corsi di psicologia e ho sempre pensato che se non avessi recitato sarei diventata una psicologa. Ma poi ho pensato, “Wow, c’è sono troppi laboratori!” Allora ho pensato fosse meglio seguire una terapia, ma da paziente. Ho anche seguito alcuni corsi di arte, visto che i miei genitori sono artisti…

PAULSON: Quindi sono almeno due cose che sai fare. Io sono fregata!

DANES: In realtà la prima non la so fare, quindi penso che sarei un grafico. Ho seguito un corso di graphic design e mi sono divertita tantissimo.

MARGULIES: (Alla Danes) OK, allora tu ti occuperai dell’insegna e della grafica.

PAULSON: E tu, Keri? Cosa faresti nel nostro negozio?

RUSSELL: Io continuerò ad avere figli che verranno a mangiare i vostri dolci.


fonte

 

Tradotto da Jeda, Martina e Memory717

About Jeda

Top 5 : Banshee, Twin Peaks, Son of Anarchy, Homeland, Downton Abbey. Nata e cresciuta in mezzo al verde e alla campagna nel lontano 1990, Jeda sviluppa sin da piccola l’innata capacità di stare ore ed ore seduta di fronte un qualsiasi schermo a guardare serie tv - che, in età infantile, erano cartoni animati. È una dote che le tornò utilissima con l’avvento dello streaming, riuscendo a vedere telefilm senza stancarsi mai, ignorando completamente lo studio e i risultati si vedono: fuoricorso da circa mille anni, la sua preoccupazione principale è quella di riuscire ad essere in paro con i recuperi, almeno una volta nella vita. Le piace leggere, scrivere ed ha una passione quasi ingestibile per le cose oscene.

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3 comments

  1. Belle loro :3

  2. Boh sono un concentrato di bellezza attorno a quel tavolo <3

  3. Che poi la scena iniziale di Ghost Ship è una cosa assurda, senza alcuna regola fisica, ma comunque assurda ahaha adoro Julianna Margulies, però quel film, per quanto trash, resta figo. Deve esserne fiera u.u

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